domenica 2 maggio 2010

ALICE

Alice alita forte sullo specchio, facendosi luce tra le lacrime, arricciando il naso per il dolore.
Le piacerebbe baloccarsi, folleggiare, gingillarsi al ritmo di una bossanova, come tutti i venerdì sera, riempire il bicchiere di vino rosso, anche un Negroamaro andrebbe bene; e bere, sentirsi osservata, sentire i complimenti dei clienti del Solitario, «sei adorabile quando canti», oppure «che voce!», e le piacerebbe averlo a fianco quel paroliere decadente, sentire le sue labbra bisbigliarle frasi balorde all’orecchio con tanto di tocco di lingua finale, sentirlo starnutire, quel devoto figlio di Satana, quell’imberbe ingrato, quel Dorian prepotente, il menestrello che adesso le regala singhiozzi spezzati e occhi rossopeperoncino.
Ecco, eccola la scritta. Enidutiba?
Al contrario.

4 commenti:

  1. Enidutiba? Bello scoprire il tuo blog (solo ora) e ritrovarci un po' della Laura che conosco... :) Clelia

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  2. Bella! Quanto tempo! Sì, questo pezzo mi ricorda tante cose... Ma tu?

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  3. bello leggerti, davvero. "Siamo un po' tutti emigranti!". Sono ancora in Spagna. Fino a Settembre. Eppure l'Italia me la tengo stretta nel cuore (più di quanto pensassi). :)
    Tu come stai?

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