venerdì 6 aprile 2012

Pereira mon amour


C’era un caldo afoso e la luce sbiadita del sole di agosto, il sudore che appesantiva l’aria. Un bar, un ventilatore e un bicchiere di limonata. Un uomo grasso, svogliato e riflessivo. Gentile, un po’ goffo e dall’aspetto infelice. 
antonio tabucchi mortoCredo che sia veramente difficile descrivere un personaggio come ha fatto Tabucchi. Quando ho finito di leggere Sostiene Pereira mi sono sentita un po’ più sola. Quell’uomo solo e metodico credo mi accompagnerà sempre.
Preciso,  costante, routinario. Il suo mondo è fatto solo di ricordi che riaffiorano ad ogni pasto. I dispiaceri affogati in frittate alle erbe aromatiche e un caldo alleviato da un ventilatore mal funzionante, al bar di Manuel. Dietro il bar, la dittatura, la violenza e la censura. 
Pereira non prende posizione, non si oppone al regime. Ma quando conosce Monteiro Rossi, giovane politicamente attivo e ricercato dalla polizia, inizia a muoversi, a mettersi in gioco. Pian piano il ritratto di sua moglie e la diffidenza riservata di solito alla gente vengono accantonate, le voci del passato messe a tacere e le riflessioni sulla morte diventano riflessioni sulla vita.
Prima seduto, a sorseggiare limone acqua e zucchero, un momento dopo a versare il tutto per terra, per scrivere e poi scollarsi finalmente dalla sedia. Infine partire.
Grazie Pereira, per aver dato il coraggio anche a me.


.