giovedì 2 marzo 2023

Ufficio Postale

 

 

Internano la gente qui, la confinano.

Asciugatevi pure i piedi prima di entrare, non fate troppo rumore e rispettate questa gente che qui ci lavora, non conosce silenzio e sorrisi. Asciugatevi le lacrime prima di entrare, che qui ne sgorgano già a fiumi, indossate occhiali da sole per nascondere le occhiaie, scambiatevi un segno di pace.

L’anaffettività è vitale nelle vostre relazioni ma stringiamoci la mano a costo di morire di Covid. 

Noi ascoltiamo le richieste di tutti senza badare alle perdite di tempo.

Abbiamo soldi qui, ma non sono nostri. A volte lavoriamo per niente se siamo distratti, ascoltiamo tutti e cerchiamo di centellinare energie e caffè per non immedesimarci troppo e preferiamo imbottirci di Valium per lasciar perdere le urla e le minacce, dei clienti e dei capi.

Eredità, perdita dell’udito, perdita del lavoro, pensione, liquidazione, tasse, prestiti, cessioni del quinto, reddito di cittadinanza, perdita dei figli, acquisto case, spaccio, cinquantamila euro di contanti in nero per tutti gli imprenditori con la licenza di farlo, capire, fare, pensare, ascoltare. 

Ascoltare, soprattutto.

C'è chi si lecca le dita prima di contare i soldi, chi puzza di pesce, chi viene in ciabatte, chi in giacca e cravatta, chi passa per caso e chi viene a bella posta per insultare.

Reintegrazione, disagio sociale, odio del prossimo, odio del fratello e della sorella, far finta di non avere interesse per l’eredità, sperare che muoiano madre e padre, il fratello non si è mai visto in tutti questi anni, “mia madre ha lasciato tutto a me”, “non voglio far sapere i fatti miei”, “ma a lei cosa interessa scusi?”, “posso prendere questo foglietto scritto da lei?”, “ma lei come fa a sapere queste cose?”, “ma la privacy?”.

Vogliono aiuto ma non parlano, le labbra strette tenute a freno per non tradire la loro natura, la frustrazione per non poter dire e voler dire e l’automatismo negli occhi. Solo l’alcool riesce a sciogliere tutto questo e proporre un aperitivo ai clienti succede solo al decimo anno di conoscenza.

C’è un grosso controsenso nel nostro lavoro, proteggiamo i clienti ma ne facciamo merce di scambio, ogni giorno, per il nostro tornaconto.

Io li proteggo sempre, anche se non torneranno mai più. E non perché sia brava ma perché io 'esisto' nel mio lavoro, grazie a loro.

Questo è un luogo di tristezza, difficoltà, vergogna, indigenza, superiorità, solitudine, esperienza, rassegnazione e sconfitta. Ci vengono a sfogarsi, piangere, distrarsi e morire. 

Questo è un luogo privilegiato dove fai finta che le differenze non esistano. Qui tutti cercano di mimetizzarsi e noi non facciamo altro che coprirli dalla luce abbagliante e dell’ombra nera.