giovedì 26 giugno 2014

Consigli di lettura

Kitchen confidential - Anthony Bourdain
Firmino - Sam Savage 
La camera azzurra - Georges Simenon
La trilogia della città di K. - Agota Kristof 
Previsioni del tempo - Wu Ming
Il padre e lo straniero - Giancarlo De Cataldo
Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia - Giuseppe Rizzo
Dieci dicembre - George Saunders
La strada - Cormac McCarthy

Questo è l’elenco dei libri che ho avuto modo di leggere negli ultimi due mesi. Alcuni mi sono piaciuti, altri per niente. 
In assoluto quello che ho amato di più tra questi libri è La trilogia della città di K. di Agota Kristof. Non solo la storia è davvero avvincente ma la Kristof fornisce un vero e proprio prontuario per chi desidera scrivere, consigliando linearità e trasparenza. Niente giri di parole, struttura semplice e trama complessa. Un esercizio letterario davvero notevole.
Sono convinto, Lucas, che ogni essere umano è nato per scrivere un libro, e per nient'altro. Un libro geniale o un libro mediocre, non importa, ma colui che non scriverà niente è un essere perduto, non ha fatto altro che passare sulla terra senza lasciare traccia (Agota Kristof, Trilogia della citta di K., Einaudi)

Al secondo posto metterei La strada di Cormac McCarthy. Questo libro post apocalittico mi ha fatto piangere. Scrittura minimalista, asciutta ed esemplare. Descrizioni fredde e secche, perfette direi. Sembra che non succeda niente durante l’intera narrazione ma è come se il lettore si trasformasse man mano che legge. Ho avuto l’angoscia per una settimana e credo che quindi McCarthy sia riuscito nell’intento che si era prefissato. Quando entri così dentro la storia allora vuol dire che le parole funzionano bene.
Quando si svegliava in mezzo ai boschi nel buio e nel freddo della notte allungava la mano per toccare il bambino che gli dormiva accanto. Notti più buie del buio e giorni uno più grigio di quello appena passato. Come l'inizio di un freddo glaucoma che offuscava il mondo. La sua mano si alzava e si abbassava ad ogni prezioso respiro. Si tolse di dosso il telo di plastica, si tirò su avvolto nei vestiti e nelle coperte puzzolenti e guardò verso est in cerca di luce ma non ce n'era. Nel sogno da cui si era svegliato vagava in una caverna con il bambino che lo guidava tenendolo per mano. Il fascio di luce della torcia danzava sulle pareti umide piene di concrezioni calcaree. Come viandanti di una favola inghiottiti e persi nelle viscere di una bestia di granito. Profonde gole di pietra dove l'acqua sgocciolava e mormorava. I minuti della terra scanditi nel silenzio, le sue ore, i giorni, gli anni senza sosta. Poi si ritrovavano in una grande sala di pietra dove si apriva un lago nero e antico. (Cormac McCarthy, La strada, Einaudi)

Al terzo posto metterei La camera azzurra di Simenon. Strutturato molto bene, con una ricostruzione a ritroso dei fatti degna di un vero maestro, è un libro che si legge d’un fiato. Molto ben costruiti i personaggi, studiati con cura e analizzati psicologicamente nel dettaglio al fine di spiegarne i gesti. 
Ti ho fatto male?
No
Ce l’hai con me?
No
Era vero. In quel momento tutto era vero, perché viveva ogni cosa così come veniva, senza chiedersi niente, senza cercare di capire, senza neppure sospettare che un giorno ci sarebbe stato qualcosa da capire. E non solo tutto era vero, ma era anche reale: lui, la camera, Andrée ancora distesa sul letto sfatto, nuda, con le gambe divaricate e la macchia scura del sesso da cui colava un filo di sperma. Era felice? Se glielo avessero chiesto, avrebbe risposto di sì senza esitare. (Georges Simenon, La camera azzurra, Adelphi)

Quarto posto Firmino, libro leggero e scritto con una sensibilità letteraria incredibile. Firmino è il topino lettore dotato di un’immaginazione catastrofica, che vede tragedie ovunque e per questo gli ho subito voluto bene, perché un po’ mi somiglia.
Tutta la vita ho portato sulle spalle il fardello di un'immaginazione mostruosa, che mi ha quasi paralizzato. (Sam Savage, Firmino, Einaudi)

Al quinto posto un libro che inizialmente non mi aveva convinto ma che vale la pena di comprare anche solo due racconti a mio avviso strepitosi. Dieci dicembre è una raccolta di racconti di George Saunders. Racconti molto cerebrali che richiedono una forte partecipazione del lettore, uno sforzo di immaginazione e la pazienza di passare da uno stile all’altro a distanza di poche pagine. Da leggere assolutamente il racconto “Fuga dall’aracnotesta” che ho trovato geniale per l’idea, e “Le ragazze Semplica” che stravolge totalmente il concetto di letteratura classica. Insomma Saunders secondo me è totalmente pazzo.
Mettiamo che uno non sa amare, no? Problema risolto. Provvediamo noi. Mettiamo che uno ama troppo, no? O ama una persona che un familiare o chi per lui reputa inadatta... Gli diamo una bella regolata, a questo amore. Mettiamo che uno è triste, perché ama davvero. Entriamo in azione noi, o un familiare o chi per lui, e addio tristezza. Non saremo più navi alla deriva, a livello di controllabilità emotiva. mai più. Se vediamo una nave alla deriva, saliamo a bordo e montiamo il timone. La guidiamo verso l’amore. O nella direzione opposta. Dici che hai solo bisogno di amore? To’, ecco pronto l’ED289/290. Possiamo fermare la guerra? Be’, cacchio, quantomeno gli mettiamo il rallentatore! Improvvisamente i soldati iniziano a trombare coi nemici. O, a basso dosaggio, a volersi un gran bene. (George Saunders, Dieci dicembre, Minimum Fax)

Al sesto posto Previsioni del tempo, libro ambientato sull’Appennino emiliano che parla di rifiuti e corruzione. Forse non è una delle migliori opere del collettivo ma credo che contenga delle massime molto belle che, personalmente, ho annotato sul mio diario.
Le strade si erano fatte più distanti; ne percepiva eco e odori, però, sensazione nelle viscere, grumo nero mosso dalla disperazione. La città, disperazione organizzata, muoveva membra, articolava parole, accoglieva alcuni come un grembo, altri li sputava fuori, come semi d’uva. (Wu Ming, Previsioni del tempo, Einaudi)

Settimo posto per Bourdain, il famoso chef di New York. Kitchen confidential è un libro leggero, divertente, scorrevole. Mi piace come si esprime Bourdain, è leggero e usa parolacce in ogni frase.
Se ti offendi facilmente per degli insulti diretti sulle tue origini, le circostanze della tua nascita, la tua sessualità, il tuo asptto, la possibilità che i tuoi genitori si siano accoppiati con degli animali, allora il mondo della ristorazione non fa per te. Poniamo invece che tu veramente succhi cazzi, lo ‘prendi nel culo’: ciò non pregiudica la tua sopravvivenza. A nessuno importa veramente. (Anthony Bourdain, Kitchen Confidential, Feltrinelli)

Ottavo posto Giuseppe Rizzo con Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia.
Il titolo è molto buono secondo me. Io l’ho comprato per questo. Mi aspettavo molto di più a dire il vero, ma alla fine ho constatato che non ne valeva troppo la pena. L’ho trovato un libro per liceali, una cosa così, senza senso. Ce ne sarebbero stati di motivi per radere al suolo la Sicilia, ma quelli di Rizzo mi sembravano inconsistenti. 
Bisognerebbe mettere mano alla pistola ogni volta che qualcuno dice della splendida decadenza e dell’irredimibilità di questo posto, come fanno Camilleri Pirandello Tomasi. Bisognerebbe appiccare il fuoco, incendiare tutto, cambiare i connotati toponomastici e geografici di quest’isola, togliere ogni punto di riferimento agli isolani e al resto del mondo. Bisognerebbe, ecco, bisognerebbe che qualcuno si decidesse a scrivere un piccolo manuale per organizzare una guerra lampo, radere al suolo la Sicilia e resettare la mente di quelli un po’ cretini come te. (Giuseppe Rizzo, Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia, Feltrinelli)

Ultimo posto, categoricamente, Il padre e lo straniero di De Cataldo. Cos’è? Non lo so. Un libro buonista, appena abbozzato, frasi sconnesse e storia tanto confusa quanto debole. Non mi è piaciuto per niente.
«E c'erano stati momenti in cui si era sentito impazzire, perché avevano un bel dire e suggerire, i professori, gli esperti, gli estranei, ma a suo figlio era stato negato il diritto di vivere, e allo stesso tempo avrebbe vissuto una vita sulla soglia dell'oscurità permanente».   (Giancarlo De Cataldo, Il padre e lo straniero, Einaudi)


Adesso sto leggendo La Vendetta, una micro raccolta di racconti della Kristof. Il primo racconto parla di una signora che uccide il marito con una scure. È lungo solo due pagine ma è un perfetto anticipo di ciò che promette questo libro: ironia macabra, visionarietà e immaginazione distorta e allucinata. Mentre leggevo, ieri sera, la bocca ha disegnato un ghigno sul mio viso.