venerdì 25 febbraio 2022

Ho copiato le madri

Ho sentito dire che le madri devono sempre perdonare i figli.
La mia voce è strozzata perché mi ha detto che l’ho fatta male, ho fatto una figlia piena di macchie, con la pelle a chiazze come un dalmata. Floriana mi ripete che è colpa mia, ‘mamma la colpa è tua che mi hai fatto così’, dice. 
Ho ingoiato bocconi amari, ho fatto una figlia e nessuno la vuole ma non potevo saperlo. Ha sofferto come ho sofferto io, senza padre da quando era piccola e chissà che fine ha fatto quell’uomo che avevo conosciuto una notte e mi ha lasciato il più difficile dei compiti, vita da madre, perché la colpa non era solo mia ma di entrambi, entrambi padri, entrambi madri, entrambi colpevoli. E la notte sogno che mia figlia riempie il pavimento di feci e io sto male ma son immobilizzata, non riesco ad aiutarla. 

Prima mi arrabbiavo di più con me stessa e con gli altri, mi arrabbiavo di più con Floriana che mi diceva che ero io, ero io che l’avevo fatta così deforme e orribile e io le urlavo contro per spiegarle che non doveva prendersela con me, che io non c’entravo nulla. 
Poi un giorno ho visto cosa fanno le madri, ho visto che perdonavano sempre i figli, che stavano zitte, incassavano il colpo e piangevano in silenzio, non ribattevano, non si ribellavano. Abbracciavano, consolavano, piangevano in silenzio, accettavano tutto, eclissandosi e accettando una condizione di vittime incoscienti, annientando la propria essenza di donne, ingabbiate in un groviglio di emozioni non espresse, mantenendo un volto senza rughe, senza mai esplicitare, travestendosi da mummie, pronte a esplodere per qualsiasi cazzata ma non con loro, non con i figli. E mi sono perdonata, ho perdonato lei, suo padre e me. Il mio cuore è calcificato e le gambe non reggono il mio peso. Non le dico nulla, incasso. Lo farò fino alla morte, quando chissà chi se ne prenderà cura.