martedì 22 giugno 2010

' Umanità, mi stai sul cazzo da sempre ' (C. Bukowski)

Mandarsi i fiori da sole, per fare ingelosire l’uomo che amano... Questa era la trovata più che legittima di Rob Reiner per descrivere la follia di certe donne. E in fondo torto non aveva.

Mentre il fumo avvolge le mie tonsille fino a strangolarle, sono qui sul letto a scrivere di niente. Il medico dice che non sono placche, sono pezzi di cibo che mi si ficcano in gola. Signorina lei è piena di infezioni questo è solo cibo ma mangia bene? Ha problemi di stomaco? Gastrite o cose così? No lei non ha il tetano, non si preoccupi. Posso darti del tu? Sei stressata? Ti cadono mazzi di capelli? Hai una valvola di sfogo?
Puoi provare questa cura per una settimana. Poi ritorna qui e vediamo come va.
Dalla dottoressa non ci volevo proprio andare. Che cazzo ci vado a fare? Lo so che ho. Non ho un cazzo.
Tachifludec e uno spray per la gola, per allagarla di fluidi anestetizzanti e Argotone. Sangue dal naso e lacrime. Per il raffreddore, si intende. Digrignare i denti.

Lo stomaco, che ormai galleggia nel vino del Tuodì. Lo dovevo dire questo alla dottoressa?

Poi vado a fare la spesa, perché non hai nemmeno la carta igienica per pulirti il culo. Vai e ritorni a casa con un mucchio di roba, due sacchi pesantissimi e una borsa della spesa colma di piombo. Nessuno stronzo che ti aiuta. Ti vedono in difficoltà, fare due passi per volta e poggiare le buste per terra. Poi, con l’espressione incazzata, ti fermi. Poggi per terra le buste, ancora, ti guardi intorno, studi i froci che ti circondano e scopri che sono davvero tutti froci, e ancheggiano e sculettano e li senti che dicono ‘certo che non ci sono andato all’happening, era troppo fuori quel tipo. No, stasera non ci vado. Quel gruppo? Che genere fa? Quello è dream pop. Io preferisco la chill out. Vado con Tommy domani. No, non lo sapevo che andavate lì. Il sushi? Sì, lì è discreto, meglio che dal corto. Vabbè dai, allora a stasera. Ma davvero è stato bello? Daje fratè, se vedemo!’
Ti viene solo da vomitare. Lui sculetta, con i jeans attillatissimi, la voce da donna, ridacchiando come una vera puttana e tu stai lì come una stronza in attesa che qualcuno ti aiuti. Ma lui è molto più magro di te, e anche se volesse non potrebbe aiutarti. Gli uomini oggi si distinguono per questo loro essere più magri delle donne, più magri più stronzi più sensibili più impegnati più non posso scusa ho fretta devo andare devo lavorare scusa non volevo poi ci penso io.
Sei stanca, hai anche un po’ d’influenza, vorresti svenire, fingere di avere un calo di pressione e invece sei lì al centro del marciapiede e ti passano davanti solo checche che parlano di cazzate. Non me lo sto inventando. Davvero.
Poi pensi che qualcuno sta peggio di te e rifletti sul fatto che non solo quella vecchietta di oggi, quella della sala d'attesa, ha indossato il suo vestito migliore e ha finito la boccetta del suo carissimo profumo per l’occasione, ma che il vecchietto che le siede accanto non la guarda nemmeno. Anzi sembra quasi infastidito. La collana di perle è decisamente fuori luogo ma lei la indossa con naturalezza.
Penso che siamo sempre le stesse, a ventiquattro o a sessant’anni.
Poi guardo la segretaria della dottoressa. Ha una scollatura provocante, ti sbatte in faccia tette e sorriso in un colpo solo e ti chiede nome cognome indirizzo città e numero di telefono. Volendo potrebbe trovarti amarti cercarti pedinarti come e quando le pare, fare le valigie e venire a vivere da te, amare e perseguitare chi le piace con la naturalezza di chi lo fa per mestiere. Lei sa tutto di te e tu non puoi farci nulla. Si sa pure comportare. Indossa tacchi alti e ha una voce suadente alla Jessica Rabbit. Forse a volte se lo scorda di essere in uno studio medico.
Io scatarrerei volentieri sul suo stupido block notes. Lei mi guarda e mi chiede scusa per ogni cosa, se non trova la penna, se squilla il telefono, se non mi guarda negli occhi, se parla con un altro. Io mi incazzo e la fisso. Voglio vedere a che punto arriva la demenza di questa debosciata. La fisso per un po’. Poi faccio retromarcia e mi siedo.

Finalmente la signora profumata, quella delle perle, incrocia il mio di sguardo. E sono proprio io a regalarle il primo sorriso della giornata. E sono io a guardarla. Lei ricambia, e ha gli occhi lucidi. Io me ne sono accorta.

3 commenti:

  1. Qui qualcuno fa indigestione di chuck palahniuk!quante volte mi capita questa cosa dei sacchi dell spesa...quante volte ho avuto voglia di svuotare tutto il contenuto dei sacchi sul marciapiede e imprecare ad alta voce!!!Anna

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  2. Mi piace assai. brava. Evviva i sacchi che ti fanno incazzare!

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