venerdì 26 agosto 2016

I pesci

Il mio cane mi sta parlando, il mio bambino è alla finestra e spia i passanti, il telefono squilla e il mio uomo si è perso per strada. Il basilico è morto e così ho comprato una pianta che ha bisogno dell’acqua soltanto una volta a settimana. La pianta di lavanda è appallotolata e non so come scioglierne i nodi, questo guscio di rami che crea ogni volta che entra qualcuno in casa. 
Sogno pesci, continuo da giorni a sognare pesci che mi rincorrono, vogliono mordermi e devo nuotare, nuotare più velocemente di loro altrimenti mi raggiungono e mi staccano la pelle. Ho deciso di farmi mordere. Voglio vedere che succede.

Tutto quello che vedo non mi attraversa ma mi si appiccica addosso e a volte è meraviglioso, altre volte fa malissimo.  

Ho stirato perfino le mutande, ho disegnato i pesci e ho cercato foto di pesci. La mia casa da oggi diventerà un acquario. Ho sognato la morte di Remi, uccisa dagli ungheresi, ho sognato Salvo, non era morto, stava bene e si era fatto un’operazione al viso per sembrare più giovane, ho sognato di lavorare e lavorare e sentire che non facevo mai abbastanza, ho sognato di impazzire, a lavoro, e dire tutto quello che avevo da dire e non avevo mai detto, in lacrime, in preda ad una crisi isterica, e ricordo che Giuseppe mi teneva la testa tra le mani e mi diceva di calmarmi, di stare tranquilla.
Sono spariti tutti, il salumiere, il biciclettaio, il direttore, il medico. Tutti via, in ferie, io non li vedo. 

Sono rimasti solo i pesci e un orologio, me l’ha regalato Dani. Ho inserito le pile ma è fermo da quando l’ho appeso alla parete.

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