sabato 26 gennaio 2013

Perché preferiamo Dexter al Papa



Il nostro è un periodo storico in cui l’etica cristiana è completamente superata, in cui quello che manca, all’interno della società, non è il concetto di bene, ma quello di giustizia. Non sappiamo che farcene di preti che predicano bene e razzolano male, del Vaticano che possiede immobili e oro, e nel frattempo parla di carità. Non sappiamo che farcene degli insegnamenti della chiesa. È un concetto più alto quello che ci interessa: quello della giustizia.

Il governo nazionale e i singoli poteri locali hanno cercato di inserire la giustizia e la difesa dei cittadini in cima alla lista degli impegni e delle promesse da mantenere, hanno tentato di farsi portavoce di questa esigenza collettiva. Ma non ci sono riusciti e non ci riusciranno mai, se non infrangendo la legge.
La nostra paura dell’‘altro’ si traduce sempre di più in una crescente ritirata dallo spazio sociale. 
Abbiamo bisogno di essere difesi da qualcuno, da sempre. Ora più che mai. 
Sappiamo perfettamente cosa è il bene e cosa il male. Vogliamo solo che il bene venga realizzato e il male eliminato.
Per questo abbiamo sempre avuto bisogno di eroi. 

Di questi tempi, un eroe - ben diverso da quelli classici - riempie le giornate di molte persone: è Dexter
Un successo da non crederci.
Dexter è un serial killer ‘buono’, un giustiziere dalla mente contorta, un personaggio che non convince fino in fondo, di cui però non riusciamo a fare a meno. Una volta entrato nella nostra vita, deve rimanerci. Perché ci serve.
Nonostante sia un serial killer, dunque quanto di più ripugnante possa esistere nell’immaginario collettivo,  è un personaggio positivo. Anche Dexter ha un suo codice, dei comandamenti impartiti dal padre Harry nel corso della sua vita, delle regole che hanno il solo scopo di incanalare i suoi impulsi omicidi soltanto verso chi se li merita, ovvero i criminali.

Perché anche i ‘buoni’ amano Dexter? 
Probabilmente perché hanno bisogno - almeno nella finzione - che il mondo vada per il verso giusto, che quello che gli hanno insegnato genitori, preti e maestri, trovi una realizzazione concreta, trovi la sua applicazione almeno in una delle realtà possibili, seppur fittizia.

La gente ha estromesso ogni valore ‘reale’ dalla propria vita - dove per valore reale si intende un qualsiasi valore suggerito da personaggi reali - per fare spazio al fantastico mondo dell’ ‘etica irreale’. La politica e la religione non ci interessano più da quando abbiamo avuto la prova che ciò che accade all’interno di questi due mondi è solo finzione. Finzione, non meno di quanto possa esserlo una serie televisiva.



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